Al di là di queste meditazioni, quando leggevo "in diretta" gli articoli del pilota belga quarant'anni fa, mi capitava di riflettere sul fatto che ben pochi campioni di altri sport, all'epoca, e mi riferivo per esempio allo sci ed al calcio, sarebbero stati in grado di scrivere qualcosa di intelligibile; figuriamoci scrivere in maniera piacevole ed esprimendo spesso una visione filosofica piuttosto originale sullo sport praticato, come spesso Ickx ha fatto.
Direi che certe sue considerazioni, ad una quarantina d'anni di distanza, sarebbero ancora valide, nonostante questo sport sia invece cambiato, per certi versi, in mariera radicale.
Ma sono esistiti altri personaggi che si sono distinti sia al volante di auto da competizione che sui tasti della macchina per scrivere.
Il primo che mi viene in mente è Paul Frère, e qui l'associazione mentale è dovuta al fatto di condividere con Ickx la nazionalità, pur essendo Frère nato in Francia.
Su questo blog sono stati pubblicati diversi suoi articoli, tratti da dei Quattroruote degli anni sessanta.
Per chi se lo fosse perso, questo è il PDF nel quale il pilota-giornalista trova la massima sintesi fra le sue attività, raccontando la 24 ore di Le Mans, da lui stesso vinta in coppia con Olivier Gendebien...
C'è un altro aspetto che lega i due piloti (ma questa volta l'analogia è veramente tirata per i capelli, lo ammetto).
Mentre Jacky Ickx è spesso apparso nelle pagine di Michel Vaillant, "recitando" attraverso la matita di Jean Graton, Paul Frère ha avuto una vera esperienza attoriale, anche se si tratta di una brevissima apparizione in un film del 1967 - Le Départ - girato in Belgio dal regista polacco Jerzy Skolimovski. Una commedia rappresentativa della Nouvelle Vague, alla quale, per il mercato italiano, come spesso accadeva, venne appioppato un titolo fuorviante: Il Vergine.
In effetti la partecipazione di Paul Frère va un po' oltre questo frammento. L'intero film è visionabile su Youtube, in lingua originale e sottotitoli in inglese.