Leggendo l'articolo di Frère mi sono accorto di essermi imbattuto per la seconda volta in pochi giorni, in John Claes. La prima è stata quando me lo sono ritrovato iscritto con la Talbot n°2 al Gran Premio a Berna nel '51. Mi sono allora ricordato che, molto tempo fa, ebbi a che fare con questo John (o Johnny) Claes quando mi venne in mente di realizzare un post sui piloti-jazzisti; astrusa combinazione, devo ammetterlo. E infatti la ricerca non si rivelò molto fruttuosa. Potei contare su uno scarso numero di personaggi che potessero gettare un ponte fra questi due mondi così distanti.
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I genitori di Claes si trasferiscono in Inghilterra allo scoppiare della prima guerra mondiale, e a Londra nasce Johnny, che da ragazzo studia la tromba e finìsce per metter su una propria band. Negli anni trenta si trasferisce in Olanda, poi in Belgio, poi ritorna in Inghilterra. E si ritrova nel 1947 al Gran Premio di Francia a fare da interprete, essendo lui bilingue, ai piloti anglosassoni... L'esperienza lo appassiona, in più è di famiglia ricca, e quindi debutta l'anno dopo in gara con la Talbot-Lago regalatagli dal padre. Dal '50 al '55 compare nelle classifiche dei Gran Premi di Formula 1, correndo per i colori dell'Ecurie Belge; ottiene due settimi posti a Monaco nel '50, a Spa nel '51, sempre con la Talbot; e negli anni successivi guida Gordini, HMW, Maserati, Connaught e Ferrari. Ma già nel '54 comincia ad avere pesanti problemi di salute che limitano la sua attività agonistica, finchè muore di tubercolosi, nel '56. Una fine forse più confacente, nell'immaginario collettivo, alla figura romantica del musicista di jazz che non a quella del pilota.Ma torniamo agli anni '30, in Olanda, quando Claes e la sua jazzband hanno modo di suonare con musicisti americani di passaggio, il più noto dei quali è il grande Coleman Hawkins. Questo, non lo nascondo, è l'aggancio che mi serve per saltare dall'altra parte dell'oceano...
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Coleman Hawkins, nell'arco della sua stupefacente carriera, ha attraversato con il suo sax tenore varie epoche del jazz, non rimanendo però legato all'estetica dello swing, sua collocazione naturale essendo nato ai primi del novecento, ma ricercando collaborazioni, dagli anni quaranta in poi, con gli alfieri del be-bop; ma ciò che mi interessa, dato che anche le divagazioni hanno bisogno di un minimo di filo logico, è una registrazione di Hawkins per la RCA del 1946, nella quale suona con il giovane...Allen Eager, anch'egli sassofonista, il quale quindici anni dopo vincerà la categoria Gran Turismo alla 12 ore di Sebring, in coppia con la giornalista-pilota Denise McCluggage. Vettura: una Ferrari 250GT.
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Allen Eager: uomo dai molti talenti e dalla personalità enigmatica, ma una frase tratta da un ricordo di Bill Crow può forse sintetizzare la sua esistenza: "sfortunatamente la sua capacità di imparare in fretta faceva il pari con la sua tendenza a perdere l'interesse nelle cose molto velocemente". Si allontana dal jazz dopo la scomparsa di Charlie Parker e per combattere insorgenti problemi di tossicodipendenza. Oltre che alle gare automobilistiche, si dedica allo sci, ad esperienze psichedeliche di LSD con Timothy Leary... fino ad un ritorno sulle scene musicali negli anni settanta e una tournè con Dizzy Gillespie nell'82.
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Non meno poliedrico è il carattere di Denise McCluggage, la partner di Eager a Sebring.
Giornalista, attivista per l'uguaglianza dei diritti delle donne, fotografa, autrice che, fra le altre cose, scrive di sci fondendo la psicologia dello sport con il buddismo zen, ottenne la vittoria di classe al Rally di Montecarlo del '64. Ci sarebbe molto da approfondire su questo personaggio.
Ma direi che, visto che eravamo partiti da una coppia belga pilota-jazzman/giornalista e siamo arrivati ad una analoga coppia nordamericana, possiamo considerare di aver in qualche modo chiuso il cerchio.